Il volteggio é uno sport equestre entrato a far parte delle discipline della F.I.S.E (Federazione Italiana Sport Equestri) dal 1993.
Molto praticato in altri paesi europei, rappresenta un approccio propedeutico fondamentale per avvicinarsi e conoscere il cavallo e costituisce un valido aiuto allo sviluppo armonico delle potenzialità psico-fisiche dei bambini e degli adolescenti.

Si effettua in un circolo con il cavallo guidato dal centro da un “longeur” attraverso una longia. L’attività dei volteggiatori consiste nelle azioni di salita e discesa e in una serie di esercizi ginnici eseguiti sul cavallo in movimento.
Il cavallo è un vero protagonista, essere vivente e non attrezzo o tappeto e questo ci apre a tutta una tematica sulle sue esigenze e sulla sua sensibilità che ci induce a considerare l’esigenza della massima leggerezza con cui vanno fatti tutti gli esercizi. Esso diventa l’origine del movimento, ed il volteggio é proprio l’arte del movimento nel movimento.

La maggior parte delle nazioni europee, quelle che occupano ormai da anni le prime posizioni nelle competizioni equestri, considerano il volteggio come il modo migliore per avvicinare i giovani e giovanissimi all’equitazione.
Il volteggio da la possibilità di conoscere il cavallo in un modo sicuro anche ai bambini molto piccoli a partire da 4 anni
Il contatto con il cavallo avviene in modo diretto, non c’è la sella ma un fascione munito di maniglie e una copertina detta Pad che permette di stare sopra al cavallo in svariate posizioni. Ciò consente di toccarlo ovunque e di percepire in modo istintivo il suo movimento.
I bambini superano facilmente la paura del cavallo da volteggio, un cavallo che deve essere paziente, calmo, ben addestrato e consapevole di quello che avviene intorno a lui. Viene superata anche la paura dell’altezza e di una possibile caduta, infatti i bambini opportunamente assistiti, salgono e scendono molte volte nel corso di una lezione e sempre mentre il cavallo si muove al passo.
LA SICUREZZA
La sicurezza deriva dal fatto che è l’istruttore o il longeur che guida il cavallo (che come abbiamo già detto deve avere un carattere calmo e deve aver avuto un’adeguata preparazione e addestramento) tramite la longia in un circolo, il bambino non avendo la responsabilità della conduzione, inizialmente deve solo pensare a starci sopra e godersi le nuove sensazioni, inoltre ha le maniglie a cui tenersi in caso di bisogno.
Il volteggiatore che con il tempo imparerà ad eseguire esercizi coordinati con il movimento del cavallo, è costantemente seguito dall’istruttore. L’attenzione è completamente rivolta a lui, è possibile quindi personalizzare ogni intervento ed ogni richiesta in base alle sue capacità mentali e fisiche.
UNA PROPOSTA FORMATIVA
Lo spirito di squadra che si crea nel volteggio è perfino superiore a quello che si può trovare in altri sport più rinomati, inoltre non è facile trovare una attività sportiva che abbia in squadra un cavallo!
Negli sport equestri possiamo avere al massimo dei binomi, bambini cavalli o pony, ma è difficile pensare che un bambino fino all’età di 9/10 anni possa fare squadra e essere in grado di gestire da solo un animale e tanto meno un cavallo.
Lo spirito di squadra non è dato solamente dal partecipare come gruppo agli allenamenti o ad un evento sportivo e confrontarsi con altri gruppi, non è soltanto ottenere in una competizione un voto unico, ma è aiutarsi fisicamente, fare fatica, spingersi, sostenersi, avere la responsabilità di un compagno che si trova in una figura più in alto, non mollare se si è stanchi, comprendersi con uno sguardo e avere il massimo rispetto per LUI il compagno di squadra più importante: IL Cavallo!!
UNO SPORT COMPLETO
Il volteggio è uno sport completo, oltre a mettere in movimento ogni muscolo e ogni articolazione del corpo, è anche una straordinaria ginnastica per la mente. Con la pratica del volteggio si sviluppano il coordinamento, l’attenzione, l’equilibrio, il senso del ritmo e l’autostima.
Riteniamo che impegnare un bambino in un’attività agonistica spinta prima degli 11-12 anni sia sbagliato. Prima di questa età il bambino attraversa una fase delicata per la sua crescita, grandi trasformazioni sono in atto sia a livello fisico che mentale. Bisogna privilegiare il gioco come mezzo di apprendimento e di crescita, operando in un ambiente sereno all’interno del quale il bambino, anche quello meno dotato, abbia pari diritto a giocare e ad apprendere e pari attenzione da parte dell’istruttore.

A differenza degli altri sport equestri il cavallo non appartiene a nessun allievo: è di tutti ed è un fondamentale componente della squadra. I ragazzi imparano ad amarlo in modo naturale come compagno di squadra e di gioco: insieme lo preparano  pulendolo, facendolo passeggiare, facendosi accettare.
É attraverso tutte queste azioni che vengono vinti i timori, si instaura un rapporto di conoscenza e di rispetto tra cavalli e ragazzi, e si sviluppano quelle capacità motorie raffinate che sono alla base di tutte le discipline equestri.